Hutu e Tutsi, il governo e Radio 1000 collines
Qui
proprio ora, un soldato governativo (Hutu) diserta, si consegna a
quelli dell’F.P.R.
È
seduto accanto a noi, anche a lui viene offerta una tazza di tè; la
sua testimonianza viene registrata, non capiamo cosa dice, parla in
kynyarwanda. Ciò che racconta deve essere terribile, dal tono della
sua voce traspare una tristezza infinita. A Immaculée scendono le
lacrime dagli occhi e ascolta silenziosa. Non traspare risentimento,
nessuno si vendica… Un nemico in meno, un amico in più.
Ore
05.00, prima dell'alba. Sono molto giovani questi soldati, alcuni
ancora bambini. Tutsi e Hutu, anche questi gentili e rispettosi con
noi. Se non fosse per quelle divise ordinate e nuove che trovano
nelle caserme man mano che pezzi di territorio vengono liberati,
sembrerebbe di essere tornati a prima delle colonizzazioni, quando
qui regnava pace e armonia.
Tra
loro tenerezza e commozione. Ne ho visti parecchi col fucile su una
spalla e nell’altra un bambino trovato in un bosco, in un
gabinetto, in una nicchia.
Bambini
impauriti riusciti a scappare mentre i genitori venivano massacrati,
oppure perché non all'altezza delle brutalità del machete tirato
con furia omicida, sanguinaria.
Radio
1000 Collines, quella governativa, incita giornalmente alla violenza,
consiglia il Mantrax (o qualcosa del genere) una droga, prima di
scatenarsi, ringrazia per ogni persona trucidata, promette vantaggi a
guerra finita.
Sono
teneri i soldati dell’F.P.R. con i bambini, sanno che è la loro
vera ricchezza, sono i futuri uomini del Ruanda.
Ma
ora sono bambini, nati per godere del sole, dell'ombra, delle
colline, dei campi, delle valli, nati per giocare su quella terra
rossa.
Anche
noi siamo rossastri. Mariapia sembra un punk. I suoi capelli bianchi
sembrano tinti: terra sottile che penetra dappertutto. Abbiamo i
vestiti dello stesso colore.
Mi
sento in armonia col suolo, con gli alberi, le piante, i pochi
animali che incontriamo.
Gli
alberi. Il vecchio regime ha fatto cose terribili, ha usurpato certe
regioni, lasciando appositamente la vegetazione incolta, non ha
fornito ampi territori di strade.
Vivo
nei boschi, anni fa sono stata in Australia, qui mi stupisco degli
eucaliptus. “Come mai”, chiedo a Immaculèe, nostra fedele
compagna, “gli eucaliptus hanno solo 20 cm di diametro? Ci sono
piante più grosse, hanno tutte la stessa dimensione?”
Mi
risponde con tono rassegnato: “Gli eucaliptus impoveriscono il
terreno. Il dittatore Abhyarimana diceva che il Rwanda è come un
bicchiere colmo d'acqua, i Tutsi lo fanno traboccare, non c'è posto
per loro!” E da tempo la terra è resa arida, massacri, uccisioni.