INTRODUZIONE

Testo tratto dai risvolti di copertina del libro

Rwanda, per non dimenticare, è in primo luogo il racconto di un'esperienza umana ed umanitaria. Due donne rispondono ad un appello ed intraprendono, sole, un viaggio difficile ed intenso cercando di portare in salvo un gran numero di bambini condannati altrimenti a soccombere alla guerra. Le immagini ed il testo che ci offrono in questo libro ripropongono l'immediatezza della loro azione: stati d'animo, emozioni, osservazioni di chi ha condiviso il dramma di una guerra crudele, di un inutile massacro.

La guerra in Rwanda, lo si legge fra le righe, coagula tutta una serie di malesseri tipici della nostra epoca: indecisione politica, complicità nascoste, inefficienze internazionali.

La nota storica in appendice elenca una serie di fatti, invitando tra l'altro a riflettere sulle corresponsabilità dell'Occidente. Ridurre questa guerra a rivalità etniche è un'interpretazione semplicistica.

Ma l'ultima immagine di questo libro è paradossalmente un messaggio di gioia. Un invito al lettore a superare, malgrado tutto, denuncia ed indignazione per coinvolgerlo nella ricostruzione attiva di nuovi rapporti umani, fondati sulla comprensione e la solidarietà a tutti i livelli.

Al di là della cronaca di un viaggio estenuante, al di là del fatto storico Rwanda, Mariapia Fanfani e Gabriella Caldelari ripropongono infatti l'umiltà, la spontaneità dell'azione in favore del prossimo, il cui valore trascende l'azione stessa, forzatamente limitata. Ogni forma di aiuto al prossimo è un modo per ricordare a sè stessi l'esistenza e l'importanza dell'altro, dell'umano.