Prigionieri



Questa sera il generale è particolarmente soddisfatto, con i suoi soldati incredibilmente giovani, è riuscito a liberare a Ggitarama 800 prigionieri politici e da un campo 20`000 persone tenute in ostaggio dai governativi, che da più di una settimana non erano alimentati. Nei giorni seguenti ne moriranno 6000, di stenti e di malattie.

Dall'altra parte del fiume: prigionieri liberati, qualcuno ce li illumina con la torcia, ci sono pure donne e bambini. Sono seduti per terra, uno accanto all'altro (fa freddo la notte), l'odore dei corpi da tempo non lavati. Una commozione che non vorrei dimenticare mai più, un senso di liberazione misto 




ad una sofferenza immane. Penso a tutti prigionieri politici del mondo, alle torture, alle ingiustizie. Anche da noi succede: castighi, rimproveri, angherie, gelosie. In essenza è come se fosse la stessa cosa, solo qui più drammatica, vistosa, carnosa, devastante. La qualità è comune, una mancanza d'amore e di rispetto per l'essere umano, per CIO’CHE E’ in ognuno di noi, proprio in ogni singolo. Ma perché? Vorrei urlare: basta! Basta! Basta! Farmi sentire dal mondo intero, basta con la violenza! Ma qui tutti sono silenziosi, il buio copre gli orrori, vengo anch'io invasa dal silenzio, il Mistero mi penetra fino al midollo, la Creazione, Il bene, il male, il Sacrificio.
Ci attende un'altra scorta, quella di prima, ormai amica, è rimasta dall'altra parte del fiume con tutte le nostre cose. Qui non serve nemmeno lo spazzolino da denti… chi osa lavarseli con i cadaveri che abbiamo visto nei fiumi? Il sapone, l'asciugamano: oggetti inutili! Per cinque giorni non toccheremo acqua: quella minerale è sacra, serve per nutrirsi, per i feriti nel viaggio di ritorno.
Mariapia ed io veniamo comunque dalla società dei consumi, abbiamo con noi quelle, qui preziosissime, salviettine umide, confezionate in non riciclabili contenitori di plastica, con scritte colorate possibilmente in rosa e azzurro Che disastro, che contrasti!